STORIA DEL CAFFE ESPRESSO ITALIANO

da | Ott 9, 2020

il caffè espresso italiano è uno dei simboli del paese, un costume sociale. A volte una vera necessità.

Il caffè espresso viene così chiamato, in quanto lo scopo della sua invenzione originaria era appunto quello di preparare il caffè in maniera rapida; infatti erano necessari circa 45 secondi.
La diffusione di questa bevanda italiana molto concentrata, che si ottiene mediante la pressione dell’infusione, cominciò a prendere piede durante i primi anni del Novecento.

Il caffè espresso nel mondo

Oltre alla velocità di preparazione, la quale avviene al momento della richiesta di un cliente, il termine espresso indica la sua modalità di preparazione, ossia la pressione della polvere del caffè con l’acqua bollente.
Quest’ultima, attraverso appositi pistoni o vapore, viene fatta passare attraverso la miscela posta all’interno di un contenitore dotato di filtro per evitare la dispersione dei granelli nella tazzina.

Perché l’espresso italiano è tanto amato

L’espresso italiano è particolarmente apprezzato per via della sua crema, del suo aroma e del suo retrogusto capace di durare a lungo in bocca.
Proprio questi sono gli elementi che si possono ottenere dalla macinatura molto fine del caffè, il quale, mischiandosi con l’acqua bollente, permette l’estrazione delle sostante idrosolubili e lipofile.
Questo processo non si verifica con l’utilizzo della moka, ma solo mediante apposite macchinette.

Caffeina e caffè espresso

Il caffè fatto con la moka o tramite infusione (caffè americano) contiene una percentuale più bassa di caffeina rispetto ad un espresso, in quanto decisamente meno concentrato rispetto a quest’ultimo.
Per tale ragione è sufficiente berne meno tazzine…

Storia del caffè in Italia

Luigi Bezzera depositò il brevetto della prima macchina per produrre caffè espresso nel 1901.
Quattro anni dopo venne acquistato da Desiderio Pavoni (titolare dell’omonima azienda), il quale diede inizio alla produzione in serie. Agli inizi ne veniva realizzata una al giorno!
In questo elettrodomestico la pressione veniva creata dal vapore di una caldaia.
La ditta Gaggia introdusse nel 1940 le prime macchine da caffè a pistone, dove la pressione veniva generata manualmente dall’operatore tramite un’apposita leva.
L’espresso caffè veniva servito in numerosi bar, che diventarono luoghi di incontro e socializzazione.
Inoltre l’emigrazione di molti italiani all’estero ed il turismo di massa in Italia ne favorirono l’espansione a macchia d’olio.

Oggi il caffè è ancora al centro di alcune dinamiche sociali, come ad esempio nel mondo del lavoro. Basti pensare alla rilevanza dei distributori automatici. Ma questa è un’altra storia.

Caffè espresso e catene di locali

Dagli anni Novanta sono nate diverse catene di locali in tutto il mondo che servono non solo caffè espresso, ma anche cappuccino e bevande affini.
La più famosa è sicuramente la statunitense Starbucks, da poco approdata anche in Italia.
È però doveroso puntualizzare che nel nostro Paese il caffè espresso è decisamente meno costoso rispetto a quelli anglosassoni, in quanto in questi ultimi viene considerato come una bevanda da degustazione.

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Caffè espresso: differenze tra Italia e resto del mondo

La maggior differenza che contraddistingue il caffè espresso bevuto in Italia rispetto al resto del mondo è la lunghezza: all’estero viene preferito più lungo, dove i sapori e gli aromi hanno un’intensità più lieve.
Per ottenere una bevanda corta o lunga è necessario ridurre/prolungare i tempi di infusione, ma nell’ultimo caso bisogna prestare particolare attenzione al retrogusto bruciato per via dell’eccessiva esposizione della miscela all’acqua calda.

Come realizzare un perfetto espresso italiano

Il caffè espresso italiano perfetto ha le seguenti caratteristiche:

  • Una crema dello spessore di 2/3 mm, attraverso la quale non passa lo zucchero per qualche secondo;
  • La miscela può variare in base ai gusti personali, ma la sua qualità sarà direttamente proporzionale al gusto dell’espresso;
  • Più la macinatura è grossa, più leggero sarà il caffè, in quanto l’acqua passa molto più facilmente attraverso i grani.
    Una macinatura eccessivamente fine farebbe invece uscire una bevanda dall’aroma bruciato.
    Il giusto compromesso è quello che permette di ottenere 25-30 ml di caffè in altrettanti secondi;
  • La quantità giusta di polvere di caffè per tazzina corrisponde a 6-7 grammi;
  • Una volta collocato il caffè all’interno del filtro, bisogna applicare una pressione di 20-25 chili e questa operazione deve essere eseguita da una persona capace.

Manutenzione della macchina del caffè

Per far sì che la macchina del caffè garantisca sempre delle ottime perfomance, una corretta manutenzione è fondamentale, a partire dai dosatori e dai macinini, i quali vanno puliti con frequenza costante per scongiurare fuoriuscite di caffè e far sì che quest’ultimo non vada a male.
Per quanto riguarda invece la macinatura, deve essere eseguita più volte al giorno per non farla permanere nel dosatore per più di trenta minuti, diversamente la polvere marcirebbe.
Il dosatore dovrebbe inoltre essere pulito al termine di ogni giornata.
Non bisogna nemmeno dimenticare la sostituzione periodica delle guarnizioni e di tutti quei componenti che tendono ad usurarsi.

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