BMW R1200RT: prova su strada

Giancarlo Fazzi, Senior Travelers, Italy
lago del brugneto
Il lago del Brugneto
Google Maps
La BMW R1200RT è uno dei modelli più venduti della casa tedesca. Sostanza e non solo marketing.
Ormai l’estate è un ricordo ma questo non ci impedisce di pensare ai bei momenti passati a giro da qualche parte. Fra questi vorrei raccontare del test drive della BMW R1200 RT. Avuta in concessione per tre giorni ho avuto la possibilità di testarla in alcune delle zone motociclisticamente più interessanti del Nord Italia. La Val Trebbia e la Val d’Aveto fino alle coste liguri.
Giornate molto calde di inizio settembre. Partito da Cremona venerdì sera col bestione ritirato in concessionario. Il primo approccio è stato tipico da BMW: moto grande ma appena si parte ci si dimentica completamente degli ingombri e soprattutto del peso. Di cose da imparare ce ne sono molte ma il primo tratto fatto in autostrada mi consentirà di metterle in chiaro con calma. Cosi la RT 2015 mi regala la prima esperienza del cruise control su due ruote lasciandomi intuire la enorme potenzialità di questa funzione.
L’autostrada mi permette inoltre di provare per bene il cupolino elettrico. Il confort garantito con la massima estensione è assolutamente all’altezza del mezzo e per i miei 172 cm significa non sentire il minimo disturbo aerodinamico.
A Piacenza imbocco la famosa statale 45 che mi porterà nel cuore della valle in poco tempo. Purtroppo fino a Perino le condizioni dell’asfalto non sono molto buone così posso mettere in gioco un’altra chicca tecnologica di questa ammiraglia: le sospensioni attive. Il sistema BMW consente sostanzialmente di variare l’assetto della moto in funzione del carico ma anche del tipo di guida, così si può passare dall’assetto più soft a quello estremamente racing che trasforma la moto in una putrella su due ruote. Così, settando tutto dal pulsante del computer di bordo, per magia le disconnessioni e le buche quasi non si sentono più e sembra di viaggiare su una nuvola.
Il bestione sta conquistando la mia stima.
Arrivo sui monti di Corte Brugnatella col sorriso che mi esce dal casco. Gli ultimi chilometri di curve sono stati fantastici. Dopo una giornata di lavoro questo trasferimento mi ha rimesso di buon umore. Mia moglie è li ad aspettarmi al mio arrivo ma io sembro avere occhi solo per la RT. Lei disapprova…
Ma poi come tutte le fantastiche mogli mi aiuta a stilare il programma della 48 ore in RT.
Il primo giorno testeremo il mezzo salendo fino alla diga del Brugneto per poi scendere fino al mare, prima a Recco e poi a Camogli. Al ritorno ripercorreremo tutta la ss45 fino a casa.
La Val d’Aveto
Photograph by ViaggioBlues
Al mattino, per prima cosa, abbiamo impostato l’assetto; infatti la manovra va fatta a moto spenta, indicando che siamo in due più il carico. La mia metà, ottima ed esperta passeggera, apprezza subito la buona posizione in sella ma alla prima frenata mi fa notare come la seduta molto larga e piatta, unita alla posizione delle gambe molto “seduta” le produca l’effetto scivolo scaricandomela addosso ad ogni rallentamento. Per questo motivo alla fine del test aveva due braccia tipo ginnasta russa perché è stata obbligata a tenersi forte ai maniglioni per tutto il tempo.
Questo in considerazione però del fatto che la quasi totalità dei chilometri percorsi sono stati di sali, scendi e curve.
Per noi non è la prima moto di Monaco, abbiamo già avuto nel nostro garage un bel GS1200 e il feeling di guida effettivamente è stato subito ritrovato. non è poi cosi diversa dall’endurone. In particolare il dinamismo col carico e il passeggero sembra non risentirne più di tanto fino a spingerci in una guida piuttosto allegra e ritmata. Ovviamente non mi stancherò mai di dire che “pennellare” le curve è una cosa e fare i “matti da corsa” è un’altra cosa.
La Val Trebbia è piena di mazzi di fiori lungo la strada e anche di cartelli che ricordano a noi centauri di non correre troppo perché, così recitano “la prossima curva potrebbe essere l’ultima”. Insomma un po’ estremo ma probabilmente efficace.
La salita alla diga del Brugneto ci vede impegnati in tratti stretti e tortuosi, forse un po’ più adatti alle GS ma non abbiamo avuto nessun problema. La mia unica preoccupazione è quella di guardarmi attorno e ogni tanto sistemare l’assetto delle sospensioni.
Anche la mappatura della centralina produce i suoi bei cambiamenti, adattando l’erogazione a tre diverse situazioni: fondo bagnato, normale e dynamic. C’è poco da aggiungere se non che le differenze sono ben nette, in particolare il Dynamic tira fuori una curva di potenza e un rombo che non ci si aspetta dal motorone bicilindrico.
Questo nuovo boxer raffreddato ad acqua mi convince molto e la potenza raggiunta, anche se rapportata ad un certo peso, risulta sempre all’altezza. Anzi quasi direi che avanza…
Quando siamo scesi al mare ci siamo trovati in un’altra condizione e cioè quella del traffico. Allora bisogna fare un poco più attenzione agli ingombri, sopratutto ricordandosi delle borse laterali quando si passa vicini alle auto in coda. Anche il calore del motore si fa sentire per bene…
Nel traffico però emergono altri due fattori che non mi hanno convinto molto e che hanno pesato nel bilancio finale del mio test drive: la prima marcia molto lunga, soprattutto col passeggero e nel traffico stancano un po’ nelle partenze da fermo e poi, quello che io continuo a considerare il vero tallone d’Achille di queste moto: il cambio. Troppo duro e rumoroso! Anche se su questa versione è montata la variante con assistenza elettronica resta sempre molto impreciso e non molto raramente ci si trova a sfollare o a fare pressione sulla leva perchè si impunta. Ecco questo lo trovo ancora un brutto difetto di BMW soprattutto se paragonato a cambi di nipponica fattura ben più precisi e morbidi.
Tornando però all’assistenza elettronica alla cambiata effettivamente sulle marce alte, diciamo dalla terza in su, è molto divertente e veloce. Un po’ meno in scalata dove bisogna beccare i giri giusti altrimenti si rischia di arrivare lunghi nelle staccate. Mi piacerebbe molto di più se diventasse in futuro più fruibile a tutte le velocità e regimi di rotazione.
“Verdetto? BMW style! Assolutamente di altissimo livello, da far venire i vermi alle super sportive”
Giacopiano
Il lago di Giacopiano
Google Maps
Il ritorno dal mare è stato fatto all’imbrunire e siamo rincasati col buio così da testare anche l’illuminazione risultata molto efficiente.
Nota negativa della prima giornata: l’indolenzimento sulla parte alta della schiena, fra le scapole e un continuo formicolio di entrambe le mani.
La seconda giornata di test ci ha visti impegnati a percorrere la selvaggia e bellissima val d’Aveto, passando per la diga di Ruffinati, salendo fino a Rezzoaglio, poi Santo Stefano d’Aveto e poi su per il parco e la diga di Giacopiano (bisogna pagare un particolare permesso per entrare nel parco). In questa seconda giornata abbiamo percorso strade ancora più tortuose rispetto al giorno prima ma senza mai avere particolari problemi.
Il ritorno poi è stato ancora per la Val d’Aveto, percorso che ci ha consentito di provare a fondo l’assetto di questo mezzo. Verdetto? BMW style! Assolutamente di altissimo livello, da far venire i vermi alle super sportive. Curva dopo curva ci si dimentica di avere in mano un tourer cosi grande e la si guida quasi come uno scooter (BMW sia chiaro…)
La frenata è eccellente e i cambi di traiettoria semplicemente fulminei ma soprattutto sicuri. Insomma tutte le tipiche doti del marchio tedesco. Il mio eccellente passeggero ha dovuto ricordarmi di darci una calmata e di ritornare sul pianeta terra…
Fisicamente ho lamentato ancora gli stessi sintomi del giorno prima giungendo alla conclusione che il mio rapporto peso/altezza non è andato d’accordo con quello della moto. Infatti il manubrio non molto largo e un po’ avanzato si adattano molto meglio a taglie maggiori rispetto alla mia. Il mio passeggero doc però non ha lamentato particolari problemi a parte il fatto di essersi quasi portato via i maniglioni dalla moto…
La mia versione mancava di due soli accessori: il GPS e l’autoradio e a tal proposito sparo le peggiori critiche possibili. Primo perché su un mezzo simile l’autoradio passi ma il GPS non dovrebbe essere opzionale e secondo, fatto molto più grave, non è possibile vedere gli spazi dedicati al navigatore e ai comandi della radio rimpiazzati, o meglio dire “tappati”, con banali coperchi di plastica. Insomma per cifre superiori a 20000€ mi aspettavo finiture diverse.
Anche le plastiche della plancia non mi sono piaciute perché sulle asperità emettevano sgradevoli scricchiolii. Particolari se vogliamo di poco conto ma che nel contesto hanno il loro peso.
Un ringraziamento alla concessionaria Autotorino di Cremona
Questa la mia personalissima (e insindacabile) pagella:
PRO
Motore elastico e potente
Accessori di alto livello
Protezione aerodinamica eccellente
Consumi contenuti
CONTRO
Cambio ruvido e impreciso
Finiture non sempre all’altezza
GPS non di serie

“Oltre al Blues ho un sacco di altre passioni ma nessuna di queste supera la quasi perversa attrazione che nutro per l’Andalusia, per il Flamenco e per le zingare dagli occhi neri”